La rotta del Barbarossa nel Settembre 1512
Tabarca, Minorca, Genova, Tunisi
Con Khayr-ad-din Barbarossa
Di ritorno da Bougie Khayr-ad-din faceva dapprima rotta verso Nord e attaccava le coste dell'Andalusia impossessandosi di alcune piccole imbarcazioni e causando gravi danni nelle sue discese a terra.
Si imbatteva poi in una galeotta genovese diretta a Tabarca, sulla costa tunisina. La nave apparteneva ai Lomellini, signori di Tabarca e proprietari delle imprese cittadine della pesca del corallo: a bordo venivano trovati gioielli e ricche mercanzie. La nave era rimorchiata a Tunisi.
Da questo punto Khayr-ad-din si separava dal fratello (che necessitava cure a Tunisi) e proseguiva la sua campagna recuperando una galea di Dadi (un centro della Turchia europea) che era stata catturata dagli spagnoli nella rada del porto di Minorca.
Barbarossa sbarcava, a sua volta, a Minorca alla ricerca di vettovaglie: conquistava una torre e sconfiggeva trecento fanti e sessanta cavalieri leggeri spagnoli, nell'occasione venivano fatti schiavi novanta cristiani.
Proseguiva poi verso la Liguria, si appostava nelle vicinanze di Genova. All'avvicinarsi delle galee della repubblica, inizialmente fingeva di ritirarsi ma poi attaccava i nemici e si impadroniva di quattro navi tra cui la capitana genovese recuperando anche due sue navi che in un primo momento erano cadute nelle mani dei nemici.
Nel giro di un mese aveva ridotto in schiavitù tremilaottocento persone, fra uomini e donne, e si era impadronito di ventuno vascelli mercantili.