Arouj Barbarossa, una galea, Khzir Barbarossa
Tunisi
Con Arouj Barbarossa
I genovesi dall'altra parte del mare non ignoravano la minaccia del Barbarossa. Il governo della città, nella sfera d'influenza francese non era intenzionato in alcun modo ad intervenire nelle diatribe con gli spagnoli, anzi le vedeva quasi di buon occhio, ma quando il naviglio commerciale della "Superba" iniziava ad essere messo sotto attacco la cosa diventava inaccettabile.
Dodici grosse galee da guerra venivano così affidate al miglior capitano di ventura, Andrea Doria, con lo scopo di stanare i corsari da Tunisi.
Sorpesi da un attacco portato durante la stagione invernale avanzata, con Arouj ancora debilitato e sotto lo scacco di uno sbarco di forze impari, Khayr ad-din Barbarossa poteva optare soltanto per una soluzione drastica: affondare sei delle sue galee nel porto e cercare di affrontare con le altre sei le forze nemiche. Lo scontro era impari e Barbarossa riusciva a malapena a salvarsi facendo arenare le sue navi e fuggendo all'interno. Viceversa la vittoria genovese era totale, le sei galee recuperate (a cui si aggiungeva la nave appena conquistata a Tabarka) erano rimorchiate trionfalmente a Genova e il forte della Goletta, all'ingresso del porto di Tunisi, veniva distrutto.
Ai fratelli Barbrarossa non restava che tornare a Djerba e trascorrere l'inverno e parte della primavera nei cantieri navali per ricostruire almeno in parte la flotta.