Dune nei pressi del Delta del Nilo
Rashid, Abu Kabir
Con Kamal Alì & Jorge Andero
I corsari, dopo aver risalito il ramo occidentale del delta del Nilo, giungevano a Rasheed (Rosetta), in Egitto. Il compito era condurre trecento pellegrini diretti a La Mecca a bordo di cinque galee, sei fuste e due barze. I pellegrini portavano, da parte del sultano di Costantinopoli Bayezid, un tributo di 400000 ducati destinato al sultano mamelucco d'Egitto.
Una volta ritornato in mare aperto Kamal Alì navigava a remi fino alla foce del ramo orientale del Nilo e arrivato a Abu Kabir (indicata nella mappe Ottomane come Ras el Bar), avvistava la barza di un corsaro portoghese da 300/400 botti e con centottanta uomini a bordo.
Kamal Alì decideva di assalire sui fianchi la nave servendosi di due vascelli sequestrati agli abitanti del luogo e fatti appositamente rimorchiare.
Lo scontro, cruento, si era protratto per due giorni e due notti. Erano morti già più di duecentocinquanta turchi quando l'abbordaggio finale aveva permesso agli ottomani di avere la meglio. Per vendicarsi della strenua resistenza l'ordine era stato quello di uccidere tutti i superstiti trovati in coperta, impalare i marinai rinvenuti sul ponte di combattimento e spedire a Costantinopoli come schiavi i superstiti più giovani.
Poco dopo la fine di questa battaglia veniva avvistato un galeone, anch'esso portoghese, immobile per via della bonaccia. Anche questa nave veniva attaccata con le galee e molti turchi rimanevano uccisi sotto la potenza di fuoco dei cannoni del galeone. Nonostante le perdite, dopo alcune ore, i turchi riuscivano nell'abbordaggio e si impadronivano della seconda nave in pochi giorni.