Algeri nella mappa di Piri reis del 1513

Algeri nella mappa di Piri reis del 1513


Luglio 1520
(Rajab 926)


Djidjelli, Annaba, Al Khol, Costantina, Mitidja, Algeri

Con Khayr-ad-din Barbarossa


Con l'estate Khayr-ad-din Barbarossa salpava nuovamente da Djidjelli e riusciva finalmente a sottomettere Annaba, stessa sorte toccava per la città di Al Khol mentre Constantine si consegnava spontaneamente.
A quel punto Ben-el-Kadì gli mandava nuovamente contro il suo esercito, ma Il Barbarossa giocando di anticipo, non attendeva l'avversario sotto Algeri, prevenendo i tempi muoveva incontro agli avversari e li sbaragliava nella pianura di Mitidja.
Occore dire che nel momento decisivo di questa battaglia, quando le cose stavano per volgere al peggio, il Barbarossa veniva salvato dall'intervento di cinquecento giannizzeri e di sessanta spagnoli che avevano disertato.
Liberatosi da questo pericolo Khayr-ad-din Barbarossa doveva subito pararne un altro rappresentato dal tradimento di Kara Hassan. La coalizione nemica organizzata dal suo ex ufficiale assaliva la Djenima ma veniva respinta dai giannizzeri che ne facevano strage. Venti cospiratori, catturati, venivano decapitati.
La macchinazione di Kara Hassan era sventata, ma le province, tuttavia, sembravano perdute: a levante, Blida, Milanah, il paese di Temet-el-had erano sotto il controllo di Ben-el-Kadì; mentre Kara Hasan, insediatosi e fortificatosi a Cherchell, la Julia Caesarea dei romani, signoreggiava, invece, a ponente.
In questi mesi Kara Hassan si permetteva addirittura di tornare alla vita di corsaro: navigava nelle acque della Sardegna e nei pressi di Cagliari intercettava sette navi colme di frumento. Ne affondava o catturava sei mentre solamente una riusciva a sfuggire alla cattura.
Il Barbarossa decideva così di lasciare Algeri e trasferirsi a Djidjelli da dove tornava a dedicare maggior tempo alla sua attività di corsaro.
Era in questo contesto che, come reazione all'elezione ad imperatore di Carlo V, Francesco I, re di Francia, inviava a Tunisi il suo ambasciatore Guillaume de Bellay per convincere i capi corsari a "creare delle difficoltà all'imperatore nel regno di Napoli". Che importava che questo alleato fosse turco e, musulmano e nemico della cristianità? Non erano forse "calunnie quelle che volevano dimostrare che un principe non potesse né volesse far leva sui soccorsi di coloro che sono di religione contraria alla propria?"