Il castello di Koroni
Cipro, Koroni, Corfù
Con Sinan
Spostatosi ulteriormente a levante, Sinan navigava nelle acque di Cipro con due galeotte e due fuste. Si impossessava di un grippo di Monemvasia e metteva al remo i marinai della nave conquistata, ma pochi giorni dopo, appena dopo aver scorto la squadra del sopracomito Alessandro Contarini, forte di sei galee, rilasciava la preda.
Le due flotte entravano pacificamente in contatto e il veneziano, esaminando i documenti, si accorgeva che solo una fusta era dotata di un salvacondotto del bailo veneziano di Costantinopoli.
In apparenza il Sinan era diretto in Barberia così il Contarini lo conduceva dal provveditore della flotta Domenico Capello. Quando i turchi, sospettosi, decidevano di ribellarsi era troppo tardi: alle loro navi venivano tolte dai veneziani armi e timoni.
Il corsaro Sinan ed il sopracomito Contarini si dirigevano insieme verso Koroni per confrontarsi con le autorità turche.
Da terra venivano sparati dei colpi di cannone contro le galee veneziane e i marinai turchi delle fuste approfittavano del trambusto per tagliare i cavi e fuggire a terra, ma il tentativo era destinato a finire male: parte di costoro venivano uccisi dai rematori cristiani e le fuste erano prese e saccheggiate.
Dei quattrocentocinquanta turchi imbarcati, centocinquanta erano uccisi dai soldati delle galee, ma diversi altri annegavano in mare e solo una parte riusciva a porsi in salvo.
Il Sinan veniva condotto a Corfù insieme ad uno dei suoi figli: qui i veneziani imputatavano ogni colpa dei morti alla scelta dei funzionari della fortezza di Koroni di cannoneggiare le navi.