La rotta di Kara Mahmud nel marzo/aprile 1521
Tunisi, Reggio Calabria, Pozzuoli, Messina, Gelibolu, Costantinopoli
Con Kara Mahmud
Braccato sia dalla Serenissima che dalla Sublime Porta, Kara Mahmud era ancora al comando di undici fuste. Con queste prima saccheggiava le coste di Tunisi, di Reggio Calabria e di Pozzuoli poi si scontrava, in due momenti diversi, nelle acque di Messina prima con una squadra dei cavalieri di Rodi (composta da tre galee) poi con una squadra francese (composta da quattro galee, due barze e sei fuste).
Kara Mahmud vinceva entrambe gli avversari, riuscendo anche a prendere quattro fuste e due galee ai francesi.
In un primo momento, per il mondo cristiano, si spargeva anche la voce, in realtà niente di più che un auspicio, della sua sconfitta e cattura.
A fine mese, arrivava a Gelibolu, nella Propontide da dove puntava su Costantinopoli con il proposito di passare al servizio del sultano.
Kara Mahmud recava con sé molti doni per il gran visir ed otteneva, alla fine, un salvacondotto. I veneziani, invece, premevano sempre per la sua punizione, ma non ottenevano neppure la liberazione di settanta sudditi da lui ridotti in schiavitù (sarà possibile riscattarne infatti solo quattordici).