Antiche mappe di Imroz e Lemnos

Antiche mappe di Imroz e Lemnos


Marzo 1497
(Rajab 902)


Rodi, Lemnos, Imroz, Costantinopoli

Con Kamal Alì & Jorge Andero


A Costantinopoli, il dieci Marzo (6 rajab 902), era giunta una micidiale epidemia di peste che aveva sterminato trecento persone solo il primo giorno.
Intanto Kamal Alì a Eubea si era congiunto con Usan Cassam, un corsaro turco originario di Gelibolu. I due avevano deciso di spostarsi nelle acque di Rodi al comando di una piccola flottiglia composta da due barze e tre fuste grosse.
Avevano bordeggiato le coste sud di Andros e Tinos, attraversato le Cicladi ed erano giunti a Rodi. Qui, al largo del monte vicino ai villaggi di Archangelos e Stegna, avevano assaltato una barza di corsari cristiani. Dopo un breve cannonneggiamento con i pezzi leggeri piazzati a prua erano passati all'abbordaggio, il combattimento era stato feroce ma breve, i corsari cristiani sconfitti avevano abbandonato la nave ed erano fuggiti su una piccola e veloce caravella.
Kamal Alì, rimorchiata la barza, aveva messo la prua verso nord bordeggiando la costa turca era passato negli stretti a levante delle isole di Kos, Kalymnos, Leros, Patmos, Fourni, Ikaria, Chios e Lesbos fermandosi poi a Myrina un ottimo porto naturale esposto nella parte occidentale dell'isola vulcanica di Lemno.
Da qui era ripartito verso l'isola di Imroz, che i veneziani chiamavano Tenedo, attendendo indicazioni circa la possibilità di tornare nella capitale.
Era giunto dopo qualche settimana a Costantinopoli negli stessi giorni in cui i diplomatici dell'impero avevano concordato un prolungamento della tregua con l'ambasciatore del re di Ungheria e Polonia.
Kamal Alì si era fatto accompagnare fino alla sublime porta da dodici uomini fidati ed era stato ricevuto dal sultano Bayezid II, detto "Il giusto". Dopo il colloquio il corsaro accettava di mettersi al suo servizio, ricevendo in cambio una provvigione giornaliera di venti aspri.
Il suo primo incarico era stato quello di scortare le navi che trasportavano i pellegrini musulmani diretti a La Mecca ed a Medina.
Nelle stesse settimane i veneziani avevano fatto la loro prima contromossa: il sopracomito Lorenzo Loredan aveva condotto su una galea sottile l'ambasciatore Alvise Sagudino a Costantinopoli, ma nel viaggio di ritorno, il Loredan, si era imbattuto nelle Cicladi in due fuste di corsari turchi: una veniva affondata invece l'altra era riuscita a incagliarsi a terra consentendo ai membri del suo equipaggio di darsi alla fuga.