Marsiglia nella mappa di Piri Reis
Porquerolles, Tolone, Lecques, Ciotat, Marsiglia, Aigues-Mortes, Maguelonne, Agde, Narbonne, Collioure, Barcellona
Con Sinan
In piena estate Sinan risaliva tutta la costa Tirrenica e si ancorava con trentasei galeotte davanti all'isola di Porquerolles. Da Marsiglia gli veniva contro Gilles de la Pommerayes che giunto a Porquerolles, non vi trovava altro che nove feluche che, alla sua vista, si davano alla fuga.
Il Pommerayes si metteva al loro inseguimento, ma Sinan, nel frattempo, con l'aiuto del vento muoveva verso Ovest e superava Tolone e Lecques.
I corsari sbarcavano a Le Ciotat, saccheggiavano il santuario di Saint-Fond e ne asportavano le campane, minacciando le barche da pesca del circondario di Marsiglia.
Sinan, di seguito, si portava con venti galeotte davanti a Marsiglia ma la sua incursione veniva respinta dai cannoni dei forti cittadini e da quelli dell'isola di Pomègues. Analoghi risultati otteneva ad Aigues-Mortes ed a Maguelonne finché individuato un punto debole nel forte di Agde faceva scendere a terra cinquecento corsari che mettevano a sacco la località.
A questo punto gli veniva contro da Narbonne il governatore della Linguadoca Pierre de Clermond-Lodève. Sinan riprendeva il mare, superava Narbonne, Collioure e giungeva nei pressi di Barcellona da dove, negli stessi giorni, la flotta del Contestabile di Borbone era salpata alla volta dell'Italia e, perciò, la località era indifesa.
Sinan si avvicinava al porto per sparare con i suoi pezzi di artiglieria contro le fortificazioni, ma mentre era intento in tale operazione, veniva attaccato alle spalle dalla squadra di Andrea Doria.
Sinan rimaneva ferito nel combattimento e, benché sanguinante, continuava nella sua lotta. Le cronache riferiscono pure di un suo abbordaggio ad una galea genovese nella quale un comito ligure si portava verso la santabarbara per farsi saltare in aria con gli attaccanti, ma il Sinan si avvedeva delle sue intenzioni e gli troncava con due colpi di scimitarra prima la mano che teneva la miccia e poi la testa. Una volta datosi alla fuga il Doria continuava a inseguirlo.