Sant'Antioco, dove oggi sorge la torre Cannai
Sant'Antioco, San Pietro, Porto Botte
Con Sinan
Sinan tornava sulle coste della Sardegna e le saccheggiava di nuovo. La flotta era composta da diversi corsari barbareschi tra cui Aydin Rais detto "Il Cacciadiavoli" ed un rinnegato, Corsetto Rais, noto anche come "El Corsico".
I corsari sbarcavano a sud all'isola di Sant'Antioco ed entravano in una chiesa e dove facevano prigionieri i fedeli che vi si erano rifugiati.
In seguito, poco dopo questo primo fatto, una tempesta costringeva due galee, quattro galeotte e cinque fuste ad approdare poco più a nord all'isola di San Pietro dove scendevano a terra ottocento turchi e ottocento schiavi. Tra gli schiavi cinquecento erano stati catturati nel cagliaritano mentre trecento erano prigionieri di guerra biscaglini.
Nonostante le condizioni del mare ancora avverse le cinque fuste tentavano nuovamente di salpare andando, in poche ore, incontro al naufragio. Molti degli occupanti venivano salvati dai sardi che per vendetta li mettevano al remo sulle loro navi.
Sinan navigando sempre collegato ad Aydin Rais, il quale aveva il comando quattro galee e quattro galeotte, assaliva una galea francese. L'abbordaggio avveninva sulla costa sarda di fronte a Sant'Antioco al largo di Porto Botte. In seguito ai colpi di artiglieria sparati dai pezzi prodieri turchi la nave gigliata perdeva le vele. Il Sinan permetteva ai novecento cristiani a bordo di abbandonare il bastimento che stava per affondare salvandogli la vita. Costoro venivano trasportati su tre fuste all'isola di Budelli, nota allora come isola Rosa per il colore delle spiagge, nell'arcipelago della Maddalena.
Nel corso della campagna intorno alla Sardegna veniva anche fatto prigioniero il cavaliere di Malta Paolo Simeoni, già artefice della eroica difesa di Leros venticinque anni prima. Simeoni era condotto schiavo a Tunisi dove venivano rifiutate tutte le offerte tendenti a riscattarlo.