Sant'Antioco, dove oggi sorge la torre Cannai

Sant'Antioco, dove oggi sorge la torre Cannai


Aprile 1532
(Ramadan 938)


Sfax, Sant'Antioco, San Pietro, Porto Botte

Con Aydin Rais


Il Barbarossa, dopo avergli mandato dei soccorsi, entrava nel canale di Sfax alla testa della flotta che il sultano aveva raccolto a Modone per venire loro in aiuto. In breve tempo Tajoura era liberata e Muley Hassan costretto a levare l'assedio.
Aydin Rais tornava quindi sulle coste della Sardegna e le saccheggiava nuovamente. La flotta era composta da diversi corsari barbareschi come Sinan e un rinnegato, Corsetto Rais, noto anche come "El Corsico".
I corsari sbarcavano nell'isola di Sant'Antioco all'estremo sud-occidentale dell'isola ed entravano in una chiesa e dove facevano prigionieri i fedeli che vi si erano rifugiati.
In seguito, poco dopo questo primo fatto, una tempesta costringeva due galee, quattro galeotte e cinque fuste ad approdare poco a nord all'isola di San Pietro dove scendevano a terra ottocento turchi e ottocento schiavi. Tra gli schiavi cinquecento erano stati catturati nel cagliaritano mentre trecento erano prigionieri di guerra biscaglini.
Nonostante le condizioni del mare ancora avverse le cinque fuste tentavano nuovamente di salpare andando, come era prevedibile, incontro al naufragio e molti degli occupanti venivano salvati e messi al remo su navi cristiane.
Sempre collegato ad Aydin Rais il quale aveva il comando quattro galee e quattro galeotte, Sinan assaliva una galea francese, l'abbordaggio avveninva sulla costa sarda di fronte a Sant'Antioco al largo di Porto Botte. In seguito ai colpi di cannone la nave gigliata perdeva le vele alché il Sinan permetteva ai novecento cristiani a bordo di abbandonare il bastimento che stava per affondare. Costoro venivano trasportati su tre fuste all'isola di Budelli, nota allora come isola Rosa (per il colore delle sue spiagge), nell'arcipelago della Maddalena.
Nel corso della campagna intorno alla Sardegna veniva anche fatto prigioniero il cavaliere di Malta Paolo Simeoni, già artefice della truffaldina difesa di Leros venticinque anni prima. Simeoni era condotto schiavo a Tunisi dove venivano rifiutate tutte le offerte tendenti a riscattarlo.