Michelangelo Buonarroti
Trapani, Cerigo, Costantinopoli
Con Kamal Alì
Dopo gli scontri a Djerba Kamal Alì giungeva nel porto di Trapani dove incendiava il barzotto di un corsaro genovese da cui aveva fatto scaricare a terra 2000 stere di frumento appartenenti alla comunità di Palermo.
Il corsaro turco aveva lasciato liberi i marinai perché non li riteneva complici della condotta del loro capitano che precedentemente aveva condotto un'azione di pirateria nell'arcipelago delle Egadi ai danni della nave del veneziano Benedetto Priuli.
Per Kamal Alì l'accordo di pace che i veneziani e i turchi avevano raggiunto tre anni prima era un patto da rispettare.
Nonostante questo atto distensivo i trapanesi aprivano il fuoco, dal forte della città, sulle navi corsare che prontamente avevano risposto con le artiglierie prodiere.
Kamal Alì decideva di salpare in direzione di Cerigo, tra il Peloponneso e Creta, con tre galee e due fuste.
A Cerigo incontrava il provveditore della flotta veneziana Girolamo Contarini: l'incontro era stato cordiale e i due, dopo i saluti, si scambiavano anche i doni di rito.
Prima del sopraggiungere dell'inverno Kamal Alì arrivava a Costantinopoli e consegnava al sultano una filza di cento e più teste.
Negli stessi giorni il sultano Bayezid aveva invitato Michelangelo Buonarroti in città per progettare quello che il Gran Turco chiamava «un ponte politico» che attraversasse il Bosforo, ricevendo però un rifiuto dal famoso scultore e architetto italiano.