Due immagini di Kamal Alì e una goka con le sue insegne
Modone
Con Kamal Alì & Jorge Andero
La piccola flotta di dodici navi di Kamal Alì era tirata in secco nella baia esposta verso sud della cittadina di Modone, propaggine sud-occidentale del Peloponneso. A chiudere lo scenario, verso sud-ovest, la fortezza veneziana: una vera e propria cittadella circondata da tre lati dal mare e collegata alla terra ferma da un ponte di pietra adiacente ad un profondo fossato.
La reazione di Kamal Alì di fronte agli emissari del sultano era stata di rispettosa ribellione: voleva combattere i veneziani, ma senza imposizioni dalla Sublime Porta. Voleva dimostrare subito di avere attorno a sé le forze per farlo in autonomia.
Nonostante la stagione sfavorevole, i venti gelidi e il mare cupo e solcato da onde molto alte veniva dato l'ordine di preparare i viveri e salpare dal porto.
Kamal Alì aveva risalito la costa verso nord bordeggiando un tratto di litorale frastagliato con scogliere a picco sul mare alte tra i cinque e i dieci metri e con arbusti selvaggi a perdita d'occhio verso l'interno.
Arrivato in prossimità delle acque di Pilos aveva intercettato delle navi da carico veneziane e le aveva assalite tra lo stupore e l'impreparazione dei marinai della Serenissima. La vittoria era stata rapida e agevole, ma una volta trasbordato i carichi delle navi, Kamal Alì si era distinto in crudeltà facendo annegare i marinai trovati superstiti a bordo.
Il segnale era stato mandato. Ora si poteva invertire la rotta, fare il periplo del Peloponneso e tornare verso i suoi contatti fidati nei porti dell'isola di Eubea per scaricare il bottino.