Una fusta o galera minore
Valencia, Alicante, Malaga
Con Khayr-ad-din Barbarossa
Khayr-ad-din Barbarossa tornava a prendere il mare nell'estate successiva. Usciva in crociera, con il fartello Arouj rimessosi dall'amputazione, forte di quindici navi di cui sette fornite dal re di Tunisi.
Come prima mossa si spostava sulla costa di Valencia e si appropriava di quattro barche di pescatori, catturava gli equipaggi e si avvicinava ad Alicante. Qui si imbatteva in due galeotte spagnole vicino a Santa Pola, nei pressi di Malaga. Le due navi nemiche scambiavano la sua squadra per le galee di Sicilia in crociera nei paraggi agli ordini dello spagnolo Mosen Berenguer Doms. Una volta avvicinati ai legni corsari i malcapitati si accorgevano troppo tardi della realtà per mettersi in fuga e una delle due navi veniva catturata.
Saputa la notizia il capitano Doms si metteva alla caccia dei corsari, senza tuttavia riuscire a intercettarli.
Era in questa occasione che il Barbarossa avrebbe catturato Beatrice di Orea, una siciliana che poi sarebbe stata una delle sue sei spose (insieme a Khalidja, giovane mora di Granada appena nubile; Aisha mora di Algeri e madre di Hasan Pascià e altre tre schiave cristiane: una greca di Bosnia, scelta da sua madre a Mitilene che sarebbe morta senza lasciare figli; Aura, un'altra italiana; Maria figlia di Diego Gaetano, governatore di Reggio per amore della quale concesse la libertà ai genitori.)
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Intanto gli spagnoli allargavano il loro dominio nel Maghreb.
Tunisi veniva concessa a titolo vitalizio a Hugo de Moncada. In precedenza Melilla era stata affidata ai Medina Sidonia, Orano agli Alcaudete. Questi governatori regnavano chiusi nel palazzo con la famiglia e circondati da alcuni signori. La loro occupazione preferita era la razzia tramite sortite ben calcolate che erano anche dettate dalla stretta necessità di fare polizia intorno alla fortezza, prendere pegni e informazioni e soprattutto impadronirsi di viveri. Ma c'era anche la viva tentazione di giocare alla guerriglia: catturare qualche pacifico proprietario terriero in qualche frutteto attorno a Tunisi oppure catturare operai nelle saline nella zona di Orano. Spesso erano i soldati stanchi e sotto pagati che si davano alla ventura in squadre autoorganizzate, per amor di lucro o di vitto fresco, cedendo una quinta parte dei guadagni al capitano generale.