Djidjelli, mappa
Djidjelli, Al Mahdiyah, Capo Spartivento
Con Khayr-ad-din Barbarossa
Ai primi di Novembre, dopo un ultimo attacco portato contemporaneamente in cinque punti e fallito come i precedenti i fratelli Barbarossa decidevano di togliere l'assedio a Bougie, anche perché, con l'avvento delle prime piogge, gli alleati berberi incominciavano ad abbandonare le operazioni belliche per dedicarsi ai lavori dei campi.
Le navi spagnole a quel punto potevano avvicinarsi alla città cariche di ben quattordicimila uomini in soccorso dei difensori.
Barbarossa puntava allora, con dodici galeotte (e mille turchi), su Djidjelli, città quaranta miglia ad est di Bougie e sotto il controllo del patriziato genovese.
Trovata una scarsa resistenza i fratelli Barbarossa si impadronivano della città facendo prigionieri cento uomini del presidio. Djidjelli diventava la loro nuova base operativa.
Nelle stesse settimane cadevano nelle mani dei corsari anche molti porti del regno di Tunisi. Ovunque i Barbarossa ampliavano gli arsenali e riparavano le mura, in particolare a Mehedia (Al Mahdiyah).
I fratelli Barbarossa ormai stavano costituendo un vero e proprio stato indipendente, formato certo da un territorio molto limitato, ma nello stesso tempo strategicamente cruciale per il reclutamento di marinai e soldati.
Intanto, quando il tempo tornava a volgere al bello, le dodici galeotte potevano tornare a prendere il largo spargendosi nella vasta zona di mare tra la Sicilia, la Sardegna, le isole Baleari e la Spagna. Raggiunto il luogo stabilito, 60/70 miglia a sud di capo Spartivento, estrema propaggine meridionale della Sardegna, le navi corsare si mettevano alla caccia delle loro prede. Nella prima operazione dopo la caduta di Djidjelli venivano catturati tre grossi mercantili che stavano rientrando in Spagna. Le imbarcazioni venivano rimorchiate in città prima dell'inizio delle tempeste invernali.