Arouj Barbarossa
Tunisi, Tlemcen
Con Arouj Barbarossa
A quel punto gli abitanti del regno di Tlemcen offrivano la sovranità ad Arouj Barbarossa che accettava prontamente la proposta. Tlemcen era infatti un'importante città commerciale che dominava l'entroterra e costituiva per Orano una grande minaccia. Arouj lasciava a Tunisi il fratello Ishak con duecento turchi e molti mori, chiedeva a Khayr-ad-din di trasportare via mare dieci cannoni, munizioni e rifornimenti e si metteva infine in marcia verso la località.
Giunto nella valle del Chéliff, a quattro leghe da Orano, riportava una vittoria strepitosa mettendo in fuga i guerrieri dello sceicco di Tlemcen che mai avevano affrontato delle artiglierie in campo aperto. Lo sceicco si rifugiava nella sua città ma rimaneva ucciso dagli abitanti in rivolta e la sua testa veniva inviata al Barbarossa insieme con le chiavi della città.
Il corsaro, una volta entrato a Tlemcen, faceva mettere a morte i sette figli dello sceicco e, come d'abitudine, faceva appendere i loro corpi sulle mura. Nella famiglia del vecchio sceicco di Tlemcen si salvava solo un nipote, Buhammud, che riparava ad Orano.
Arouj Barbarossa, dal canto suo, ormai controllava un territorio grande quanto l'attuale intera Algeria. Coinvolgeva i contabili nelle spese per rafforzare le difese di Tlemcen, preparandosi ad affrontare la controffensiva spagnola e si muoveva anche politicamente alleandosi con il re di Fez Muley Hamet.
Arouj Barbarossa era al suo apogeo: era sultano di Tlemcen, Ténès e Chercell nonché governatore riconosciuto, dal sultano Selim, di Algeri.