Pianosa a sud dell'isola d'Elba
Pianosa, isola d'Elba
Con Kaid Alì
Kaid Alì riprendeva il mare a bordo della galea pontificia sottratta a Paolo Vettori, che era divenuta ormai la sua capitana, accompagnato da nove fuste; la rotta prevedeva di tornare nell'alto Tirreno dove il corsaro si era tolto più di una soddisfazione.
A fine aprile Andrea Doria, che scorreva a caccia di corsari per conto dei francesi, incrociava nelle stesse acque forte di quattro galee forzate (e cioè fornite di rematori in soprannumero) e altre due galee con al remo i buonavoglia (e cioè i volontari).
I due venivano duramente a contatto intorno all'isola di Pianosa.
Andrea Doria, esperto lupo di mare, inizialmente fingeva di fuggire fino a Capo Sant'Andrea, all'estremità occidentale dell'isola d'Elba, ripetendo nelle medesime acque la stessa tattica usata contro Kurtog Alì due anni prima. Con un largo giro metteva i corsari sottovento prima di voltare la prua: con questo vantaggio sperava di compensare la disparità del numero.
Ottenuta questa situazione il Doria decideva di attaccare sopravvento nonostante le quattro galee forzate fossero rimaste distanziate; presso il Capo Sant'Andrea orzava quindi a raso mentre Kaid Alì si asteneva dal doppiare il capo e remava anzi sottovento. Il Doria lo inseguiva a voga arrancata e poiché le ultime due galee tardavano sulle altre, le metteva al rimorchio delle due sue galee forzate e dava il comando di tutte e quattro al nipote Filippino Doria mentre con la sua capitana e la sua padrona precedeva il resto della squadra.
Kaid Alì ordinava l'arrembaggio della capitana nemica che si trovava, in quel preciso momento, circondata da cinque fuste; contemporaneamente altre tre fuste assalivano la padrona della squadra francese.
La capitana di Andrea Doria doveva difendersi da sola per un quarto d'ora, finché Filippino scioglieva i rimorchi ed accorreva in breve tempo con le sue due galee forzate.
L'arrivo del nipote capovolgeva completamente le sorti dello scontro: Il Doria sconfiggeva Kaid Alì e si impadroniva di una galea, di tre galeotte e di due fuste. Nello scontro morivano molti genovesi, fra i quali un altro nipote: Lazzarino Doria, e cinquecento corsari. Lo stesso Kaid Alì veniva fatto prigioniero dopo essere stato catturato sulla vecchia capitana dello stato della Chiesa che il Doria restituiva ai pontifici.
Finita la battaglia Andrea Doria riparava nel porto di Saint-Florent in Corsica, con al traino una galea e cinque fuste. La carriera di Kaid Alì era finita.