Le isole ioniche nella mappa di Piri Reis
Zante, Tinos, Mykonos, Costantinopoli
Con Kara Mahmud
Kara Mahmud ordinava di fare il periplo del Peloponneso e due sue fuste giungevano all'improvviso a Zante dove si impadronivano di tre navi della Serenissima ed uno schierazzo proveniente da Venezia. Il tutto a sfregio dell'accordo di pace. Sull'isola ionica il provveditore veneziano Alvise Pizzamano era invece ligio all'accordo con i turchi tanto da vietare sia al corsaro francese Saverchates di vendere delle merci predate a dei grippi turchi sia al corsaro aragonese Francesco Di Luca di approvigionarsi di viveri perché in passato aveva assalito delle navi mercantili turche.
Kara Mahmud, dopo aver compiuto questo sgarbo, tornava indietro sulla stessa rotta e si avvicinava nuovamente a Tinos. Con tre galee e dieci fuste sbarcava cinquanta turchi al porto di San Niccolò ma quando dal castello uscivano i difensori i corsari venivano ributtati in mare, lasciando sul campo trenta uomini.
Kara Mahmud allora bombardava il castello, ma la risposta delle artiglierie mieteva altre centocinquanta vittime tra i corsari, oltre al quasi affondamento di una grossa fusta.
In ogni caso Kara Mahmud riusciva a rovinare parte del castello e a impossessarsi, nel porto, di varie navi. Trasportava le prede Parapari o Tauropasi, località sull'isola di Mykonos. Infine tornava a Costantinopoli dove gli veniva conferito il comando, congiuntamente a Kurtog Alì, di una flotta di sessanta fuste per condurre una spedizione in Valacchia, regione sulle sponde del Mar Nero nell'attuale Romania.
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A Costantinopoli si trovava anche Moro di Alessandria recentemente tornato in attività, negli ultimi mesi aveva prima catturato dei navigli candiotti nelle vicinanze di Cerigo e poi si era impossessatto della nave della famiglia veneziana dei Da Mosto.