Il castello di Koroni
Koroni, Chios
Con Moro di Alessandria
Fulcro delle manovre ottomane nell'estate del 1533 era la città di Koroni recentemente caduta nelle mani di Andrea Doria e oggetto di un assedio da parte della flotta del sultano. Alle operazioni partecipava anche Moro di Alessandria che, dal mare, impediva che la località ricevesse soccorsi dall'esterno e insieme a Kurtog Alì obbligava il comandante veneziano Francesco Nicardo a desistere dal suo obiettivo di rifornire Koroni ed a allontanarsi lungo le coste di Beirut ed Alessandria d'Egitto. Il Nicardo era al comando infatti di un galeone di millecinquecento salme con cento uomini a bordo con cui scortava una barza carica di vettovaglie e munizioni dirette ai difensori di Koroni.
Alla fine del mese di giugno anche Moro di Alessandria giungeva sotto Koroni, dove si trovava anche Peri Rais che con dieci galee e cinque fuste bombardava il castello dal mare ed aveva ai suoi ordini venticinque vele.
Nella stessa Koroni stava per giungere anche Bernardo Salviati, fresco comandante della flotta pontificia, che era stato chiamato a soccorrere Girolamo di Mendoza, lasciato da Doria a capo della guarnigione dopo aver conquistato la città e ora sotto attacco dei turchi.
Il Salviati usciva da Civitavecchia e toccava Napoli, dove era raggiunto da Andrea Doria. I due raggiungevano, da ultimo, Messina per l'ultimazione dei preparativi di armamento delle sue galee.
Moro di Alessandria, raggiunto da notizie certe sulla strana rotta del comandante pontificio si dirigeva verso il canale di Chios dove intercettava Salviati e ci si scontrava, dopo un lungo inseguimento. La battaglia cominciava mentre Moro di Alessandria stava tentando di assalire due navi spagnole da carico, distanziatesi dal resto della flotta imperiale, che si stavano a loro volta dirigendo a Koroni per soccorrere i difensori della piazzaforte.