Costantinopoli (ricostruzione digitale)
Costantinopoli
Con Khayr-ad-din Barbarossa
Durante l'inverno Khayr-ad-din Barbarossa con l'aiuto del gran vizir, riusciva a convincere il sultano che aiutare la Francia alle spese di Carlo V era la cosa migliore per mantenere l'equilibrio delle forze in Europa. Rafforzare la flotta in modo da poter sfidare l'ammiraglio dell'imperatore, Andrea Doria, in alto mare diventava essenziale.
Barbarossa trascorreva quindi l'inverno tra i cantieri navali e l'arsenale dove "si fermava anche a mangiare e bere per non perdere tempo". Il nuovo Kapudan Pascià poteva mettere a frutto l'enorme esperienza in termini di costruzioni di navi che aveva accumulando catturando vascelli di ogni tipo negli ultimi trent'anni.
Le materie prima non scarseggiavano: i pini, gli abeti e i cipressi provenivano da Izmit e dalla regione del Mar Nero; la pece, la resina e il catrame dall'Albania, da Lesbo e da Smirne; il ferro da Salonicco e dalle regioni danubiane; la canapa e il cotone dalla Crimea, dalla Grecia e dall'Egitto; il cordame da Trebisonda; la stoppa dalla Macedonia; il sego dalla Tracia, da Kefe, Chios e Varna. Sia i greci che i bulgari che gli albanesi erano abili carpentieri.
Curando che non si sprecasse tempo e materiale Barbarossa faceva varare nel corso dell'inverno ben sessantuno navi a cui aggiungevano diciotto legni portati da Algeri ed altri cinque di proprietà di vari comandanti. La flotta, all'inizio della primavera, risultava composta complessivamente da ottantaquattro vele, la più potente mai lanciata in mare dai turchi fino a quel momento. I rematori iniziavano a scarseggiare rendendo così necessario, anche per gli ottomani, fare ricorso a forza lavoro coatta.
Le ambizioni del Barbarossa di conquistare Tunisi e creare un regno che andasse da Gibilterra a Tripoli e oltre avevano un solido fondamento.