Giulia Gonzaga

Giulia Gonzaga


Agosto 1534
(Safar 941)


Fondi

Con Khayr-ad-din Barbarossa


Khayr-ad-din Barbarossa a questo punto progettava di conquistare una preda speciale per il Sultano: dodici miglia a nord di Sperlonga, c'era la città di Fondi concessa in feudo alla famiglia Colonna dagli aragonesi, l'attuale contessa era Giulia Gonzaga, donna di bellezza celebrata da molti pittori e poeti (tra cui l'Ariosto e il Tasso) tanto che ne era giunta voce fino alla Sublime Porta.
La città sotto la guida della contessa vedova di Vespasiano Colonna viveva un momento di fervore artistico e culturale grazie alla raffinata corte rappresentata dalla pianta di amaranto, un sempreverde simbolico dell'amore, che era l'emblema dello stemma gentilizio.
Il Barbarossa decideva di tentare di rapire la contessa per portare una dama di nobile lignaggio nell'harem del sultano. Lasciava quindi i soldati a saccheggiare Sperlonga e muoveva rapidamente verso Fondi con forze sufficenti al colpo di mano, tra cui aluni rinnegati del regno di Napoli che facevano da guida.
Era la notte tra l'otto e il nove agosto quando, per sua fortuna, la contessa veniva avvisata, mentre dormiva a letto, del sopraggiungere dei turchi e riusciva a calarsi dalla finestra ancora in vestaglia e saltare su cavallo condotto da un domestico e fuggire. Successivamente la contessa avrebbe fatto condannare a morte lo scudiero che l'aveva accompagnata in quella fuga notturna perché, a suo dire, "aveva approfittato della sventura e si era dimostrato troppo audace".
Il Barbarossa, infuriato per la preda sfuggita, lasciava per quattro giorni Fondi in balia dei suoi duemila soldati. Gli uomini venivano uccisi, mentre donne e bambini erano portati via per essere venduti come schiavi. Tra i prigionieri venivano scelte quattordici ragazze da destinare all'harem del sultano.