Ponza

Ponza


Settembre 1534
(Rabî Al-Awwal 941)


Terracina, Ostia, Isola d'Elba, Ponza, Biserta

Con Khayr-ad-din Barbarossa


Nel prosieguo delle operazioni sulla costa Tirrenica, Khayr-ad-din Barbarossa dava alle fiamme Terracina noncurante del fatto che nella città erano rimasti solo gli ammalati che venivano tutti uccisi senza pietà. Anche le chiese della località venivano saccheggiate.
Il corsaro, che qualcuno sosteneva cullasse il sogno segreto di rapire Papa Clemente VII, compariva sulla foce del Tevere e faceva sbarcare i suoi uomini ad Ostia. Roma era messa in allarme. Andrea Doria richiamava le galee di Napoli e di Sicilia e con una flotta di venticinque navi si dirigeva alla volta di Genova temendo un attacco nella città ligure. Il Barbarossa invece risaliva la costa tirrenica, ma si fermava a fare alcune razzie all'altezza dell'isola d'Elba, prima di rimettere la prua a sud.
Rifornita la flotta con l'acqua del Tevere, faceva legna nei boschi vicini, ridiscendeva per il mare Tirreno, piegava verso l'isola di Ponza e infine, superata la rocca di Erice nella Sicilia Occidentale, approdava a Biserta ultimo scalo prima di raggiungere il vero obiettivo della sua terribile crociera: Tunisi.
Parte della sua imponente flotta era stato rispedito a Costantinopoli con le stive colme per offrire un pronto rimborso al Tesoro. Ma il Barbarossa era pronto ad assicurarsi un altro importante dominio. Mulay Hasan, appena ventunenne sultano di Tunisi, dal canto suo, viveva una falsa sensazione di sicurezza non percependo nessun pericolo dalle notizie che per tutta l'estate informavano di un Barbarossa intento a straziare le terre del regno di Napoli.