Scena della battaglia di Tunisi: uno Spahi in lotta contro gli Ottomani

Scena della battaglia di Tunisi: uno Spahi in lotta contro gli Ottomani


Ottobre 1534
(Rabî Ath-Thânî 941)


Tunisi

Con Khayr-ad-din Barbarossa


Khayr-ad-din Barbarossa poteva finalmente dedicarsi al suo obiettivo principale. Si gettava su Tunisi governata dal giovane e spietato Muley Hassan, che, alla morte del padre, aveva fatto massacrare i suoi fratelli ed esporre le loro teste per le strade della città.
Il Barbarossa aveva ai suoi ordini migliaia di giannizzeri, una flotta forte ancora di ottanta navi e disponeva di un tesoro da ottocentomila ducati.
Entrava in contatto con Al-Rashid, l'unico fratello scampato alla strage che gli offriva il governo di Biserta in cambio del suo appoggio, ma il Barbarossa intenzionato a impadronirsi di tutto il regno in nome del sultano attaccava Biserta impossessandosene facilmente.
Entrava poi nel porto di Tunisi, il 16 Agosto, bombardava La Goletta, la fortezza che proteggeva la città, e faceva sbarcare due contingenti da circa mille gianizzeri l'uno. Il primo era condotto dal figlio adottivo, nonché suo luogotenente, Hasan Agà, mentre l'altro da Alì di Malaga che era coadiuvato da Murad Rais.
Muley Hassan, che si era alienato il popolo con la sua crudeltà mista a debolezza, alla vista delle truppe turche fuggiva in tutta fretta imballando i suoi tesori da portare agli alleati arabi rimasti sulla costa.
Barbarossa, grazie anche al tradimento di due rinnegati spagnoli che erano al servizio del re rivale, irrompeva nella città dal lato della porta del lago e si impadroniva della rocca.
Tunisi cadeva nelle mani turche in un solo giorno di combattimenti.
La Spagna perdeva il suo principale punto di riferimento sulla costa barbaresca e anche l'influenza sulla Sicilia veniva messa in pericolo.