Scena della battaglia di Tunisi: uno Spahi in lotta contro gli Ottomani
Tunisi, Kairouan
Con Khayr-ad-din Barbarossa
Khayr-ad-din Barbarossa veniva accolto con applausi trionfali al suo ingresso a Tunisi. Gli abitanti, però, si aspettavano di veder comparire anche Al-Rashid insieme alle sue truppe e, alla notizia che era stato inviato in catene a Costantinopoli, insorgevano. Una vera e propria ribellione si scatenava nella vecchia e pia Tunisi che vedeva comunque i turchi come dei barbari. L'obiettivo era quello di richiamare Muley Hassan il quale si presentava alle porte della cità alla testa di mille cavalieri assoldati tra le tribù berbere.
Una sortita degli archibugieri del Barbarossa, realizzata muovendo da due porte cittadine, respingeva però il giovane ex-signore nel deserto fino a riparare a Kairouan.
La rivolta veniva facilmente repressa nel sangue e anche Kairouan era data alle fiamme.
Tra la fine di ottobre l'inizio e di novembre Barbarossa doveva affrontare anche due rivolte dei giannizzeri. Il 23 Ottobre, durante la prima rivolta, l'ammiraglio turco rischiava addirittura di perdere la vita ed era costretto, per venire incontro alle richieste, a prelevare denaro dalle sue riserve personali. Alla seconda volta rivolta, invece, il Barbarossa faceva attaccare i rivoltosi dalle milizie capitanate dai rinnegati ai suoi ordini. Nello scontro restavano uccisi duecento giannizzeri e coloro che venivano fatti prigionieri erano impiccati ai merli delle mura.